Siamo consapevoli che si tratta di una battaglia dura e difficile ma ci stiamo mettendo tutta la determinazione necessaria e con una testardaggine tipicamente sarda siamo convinti di farcela. |
Con il rilancio di Sardex, la moneta complementare locale: “Non vogliamo più sottostare alla ghigliottina di Roma”.
Presidente Cappellacci, com’è nato il progetto di rendere la Sardegna zona franca?
Quello della zona franca è un tema antico. D’altra parte già lo Statuto Speciale della Regione Sardegna all’articolo 12 disciplina l’istituzione dei punti franchi. Il loro riconoscimento compenserebbe gli svantaggi naturali della Sardegna, primo fra tutti l’insularità. Con un approccio di tipo estensivo alla norma dei punti franchi noi crediamo di poter realizzare una zona franca integrale che comporti l’esenzione dai dazi doganali e da imposte quali l’Iva. Cose che già accade per altri territori italiani come Livigno e Campione. I presupposti ci sono.
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Abbiamo chiesto all’Unione Europea di interessarsi al nostro caso. Proprio in questi giorni ci è arrivata la risposta della Commissione che ci dice che su questa partita sarà decisivo lo Stato italiano. Per questo ho scritto anche al presidente Mario Monti chiedendogli di dare la giusta attenzione al tema.
Monti le ha risposto?
Non ho avuto un riscontro di nessun tipo. A breve gli invierò un ulteriore sollecito.
Quali sono le prossime tappe?
Intanto bisogna chiarire un equivoco. Il 24 giugno 2013 è il termine nel quale entra in vigore il codice doganale europeo. Questo non significa che se non viene istituita la zona franca entro tale data non si possa farlo successivamente. Non esiste un percorso precostituito.
Ma le sembra che l’Europa sia ben disposta?
A livello europeo abbiamo ricevuto una risposta prettamente tecnica che non mi soddisfa per niente. Ho chiesto un incontro al commissario europeo competente, Semeta. Insisterò perché questo diventi un tema politico.
Quali sarebbero le conseguenze dell’entrata in vigore della zona franca?
Prima di tutto la possibilità per le imprese di poter operare in un regime franco doganale. Un aspetto che compenserebbe la nostra insularità, che impone alle imprese maggiori costi di trasporto e di energia. Le imprese sarde soffrono per una serie di divari che penalizzano il nostro sistema. Speravamo nella riforma in chiave federale dello Stato per avere una perequazione almeno in termini infrastrutturali. Una riforma che purtroppo non è arrivata. A questo punto lo strumento che ci è rimasto è quello dell’istituzione della zona franca.
In questo quadro che ruolo gioca la moneta sarda, la Sardex?
Sardex è una moneta complementare che opera in un circuito già testato. Avvierò un percorso per riconoscere ai giovani disoccupati un reddito di comunità di 500 euro al mese che sarà pagato appunto con la Sardex. I giovani disoccupati riceveranno una carta di credito e potranno accedere a servizi previsti sul circuito Sardex.
In questi giorni lei ha presentato la nuova giunta dopo il rimpasto e ha parlato di battaglia contro il Patto di stabilità. Ci spiega meglio?
Condividiamo le preoccupazioni manifestate dal collega del Veneto Zaia e invitiamo anche le altre Regioni, sia quelle speciali che le ordinarie, a fare come noi e ad adottare una legge regionale che alzi il livello del conflitto nei confronti di uno Stato ancora sordo alle istanze provenienti dai territori. Roma sta ingessando le amministrazioni pubbliche e non consente il pagamento alle imprese. Non possiamo più sottostare a questa ghigliottina.
Lei ha parlato anche di restituzione dell’Imu…
Restituiremo l’Imu attraverso un contributo alle famiglie più bisognose, cioè quelle che non hanno un reddito superiore a 20mila euro. Ma non è tutto: con l’agenzia delle entrate sarda diremo addio ai metodi di Equitalia.
Torniamo alla zona franca. La Sardegna non rischia di diventare un paradiso fiscale?
Al contrario, può diventare una straordinaria opportunità per noi ma anche per l’Europa. La Sardegna può diventare un ponte naturale tra l’Africa e il continente europeo. In una prospettiva futura la nostra economia può svolgere un ruolo di primo piano.
C’è chi sostiene che il progetto della zona franca sia motivato solo da motivi elettorali. Tra un anno in Sardegna si torna a votare per le regionali?
Qualunque iniziativa di tipo politico destinata a trovare soluzioni concrete e positive per il futuro dei cittadini comporta un ritorno in consensi elettorali. È un gioco naturale. Ma sarebbe il colmo se per evitare di raggiungere il consenso stessi fermo non facendo quello di cui la Sardegna ha bisogno.
La possibilità della zona franca ha scatenato molto interesse tra i cittadini sardi. Lei si sente di promettere che il progetto sarà davvero realizzato?
Non dipende solo da noi. Siamo consapevoli che si tratta di una battaglia dura e difficile ma ci stiamo mettendo tutta la determinazione necessaria e con una testardaggine tipicamente sarda siamo convinti di farcela.
Fonte: http://affaritaliani.libero.it
Link: http://affaritaliani.libero.it/cronache/cappellacci-sardegna-zona-franca180313.html?refresh_ce
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