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Compagnia aerea TAP: malgrado un debito da 1,2 miliardi, le trattative con Synergie Aerospace del magnate colombiano-brasiliano German Efromovich. |
Analogamente ad altri patrimoni portoghesi, sottoposti a drastici tagli di bilancio, sono stati messi in vendita i cantieri navali di Viana do Castelo. Dal 2012 si sono avvicendati acquirenti norvegesi, cinesi o brasiliani, pronti a fare man bassa del numero uno del settore navale nazionale. Ma i negoziati con Empordef, l’ente statale che ne è proprietario, si sono incagliati. "A causa di questa indecisione si è bloccato tutto", esclama irritato Antonio Costa. Alla fine, il gruppo russo Rsi del magnate Andreï Kissilov, privo di esperienza navale, dovrebbe rilevarla per dieci milioni di euro. Tra l’altro, lo stato dovrà farsi carico dei conti in sospeso di 280 milioni di euro. Un triste destino per questi cantieri navali nazionalizzati dopo la rivoluzione dei Garofani del 1974, che negli anni novanta sono arrivati ad avere fino a 2.800 dipendenti.

"Questo è terrorismo psicologico", dice Antonio Costa, presidente del comitato d’azienda. "I nervi sono a fior di pelle, alcuni operai sono colpiti da crisi d’ansia. Non fare niente e non sapere niente ti stronca l’umore". Costa ha iniziato a lavorare qui a 14 anni e ha trascorso nel cantiere 40 anni, una vita intera. "La maggior parte degli operai vorrebbe andare in pensione anticipata a 55 anni, ma con le nuove leggi è impossibile", dice il suo amico José Pereira. Il governo conservatore di Passos Coelho ha abolito i prepensionamenti e ha portato l’età pensionabile a 65 anni.
Perdita di sovranità
Per i circa ottantamila abitanti di Viana, come per il resto di tutto il Portogallo, l’ondata di privatizzazioni è fonte di grande preoccupazione. "Alcune di queste aziende statali sono veri gioielli, altre no, ma sono tutti gruppi strategici. E li stiamo perdendo per sempre", teme Bernardo S. Barbosa, direttore del settimanale locale A Aurora do Lima. Il sindaco socialista José Maria Costa condivide una preoccupazione nazionale: la perdita della sovranità. "Privandoci di aziende pubbliche così importanti a beneficio di società straniere, e quindi di interessi privati, perdiamo per sempre la possibilità di essere padroni del nostro destino. Temo che questo possa condizionare la nostra libertà e la nostra democrazia".
Ma a preoccupare di più sono le sorti dei cantieri Envc. Dopo l’ospedale pubblico, l’amministrazione comunale e l’azienda tedesca Enercon che impiega 1.200 persone nel settore eolico, Envc è un importante datore di lavoro nella regione dell’Alto Minho. L’attività ha un effetto moltiplicatore su tutte le aziende periferiche, dai trasporti alle piccole e medie imprese che producono componentistica fino al commercio locale. "Da quando i cantieri sono fermi siamo alla crisi totale", dice Lucilia Passos Cruz, albergatrice. "Quando il cantiere funziona, i ristoranti e gli alberghi si riempiono di lavoratori. Ora invece possiamo contare solo sul turismo e sui surfisti".
Ma le alternative ci sono, e sono in molti a crederci. "Invece di liquidare i nostri cantieri navali", dice il sindaco José Maria Costa, "lo stato dovrebbe mantenerne il controllo e fare accordi con armatori stranieri. In paesi come Brasile, Messico o Cile c’è molta richiesta di navi, e potremmo creare oltre tremila posti di lavoro". Branco Viana, presidente del sindacato, è dello stesso parere: "Sì, credo che lo stato dovrebbe mantenere il 35 per cento delle azioni. I russi hanno promesso che non taglieranno il personale, ma tra cinque anni potrebbero benissimo andarsene e abbandonare i 526 operai al loro destino. Noi del sindacato a chi ci rivolgeremo per protestare? Lo stato potrà lavarsene le mani".
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Le Temps - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
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Traduzione a cura di Anan Bissanti di Presseurop
Fonte: http://www.letemps.ch/Home
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