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mercoledì 27 febbraio 2013

Non siete Stato voi!


Cultura e Società Politica
Non siete Stato voi
che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.

Non siete Stato voi
che trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.

Non siete Stato voi
che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.

Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.

Non siete Stato
voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un'udienza.

Non siete Stato voi
che comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.

Non siete Stato voi
che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.

Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.

Non siete Stato, voi! Non siete Stato, voi!

Non siete Stato voi
uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.

Non siete Stato voi
con gli anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.

Non siete Stato voi
che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.

Non siete Stato voi
che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.

Non siete Stato voi
maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.

Non siete Stato voi
che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.

Non siete Stato voi
col busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.

Non siete Stato voi
che meritereste d'essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.

Non siete Stato, voi! Non siete Stato, voi!

Non siete Stato voi
che brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.

Non siete Stato voi
che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.

Non siete Stato voi
che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.

Non siete Stato voi
che trattate chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.

Non siete Stato voi
servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura su Dio:

"Non sono stato io".



Grazie a Gianna Bonacorsi

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