di Gianni Lannes
La NATO spara e fa esplodere ordigni in acqua |
Il giorno 17 gennaio 2013 (con riserva il 18 gennaio 2013), dall’alba al tramonto, sarà interessata da esercitazioni di tiri a caldo da parte di unità navali (…) La zona di mare indicata nelle premesse, per la parte ricadente nella giurisdizione del Compartimento marittimo di Augusta, nel periodo sopra citato, è dichiarata PERICOLOSA per la navigazione marittima, all’ancoraggio, alla pesca ed a tutte le attività comunque connesse all’uso del mare».
E’ incredibile la coincidenza geografica e temporale. Nella stessa area marina, ovvero il Golfo di Catania, alla medesima latitudine e longitudine, dove la NATO spara e fa esplodere ordigni in acqua, sempre dove si aggirano e fanno la guerra elettronica sommergibili USA a propulsione ed armamento nucleare (ricoverati per la bisogna nel porto civile di Augusta) e dove è presente la più pericolosa faglia sismica attiva della Penisola, stanotte, dalle ore 2 alle ore 3 e 35, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato 5 scosse telluriche (magnitudo da 2.2 a 2.6) a profondità variabile da 2,7 a 29,4 chilometri. In altri termini, l’ipocentro (il punto nel sottosuolo in cui il terremoto ha origine) è superficiale.
I soliti esperti di turno, obietteranno che “la Penisola italica si trova quasi esattamente tagliata tra la zolla africana e quella eurasiatica; ed in conseguenza di ciò, le spinte tra le due zolle tettoniche provocano forti tensioni, che a volte scaricano la loro energia muovendosi rapidissimamente e causando in tal modo i veloci scuotimenti del terreno”. In parte è vero: torna utile questa copertura accademica allo zio Sam. Ma è altrettanto realistico riconoscere che il potente gendarme a stelle e strisce innesca i terremoti a piacimento, utilizzando e dirigendo l’energia elettromagnetica e nucleare su determinati punti critici della crosta terrestre, particolarmente nel Mediterraneo. A maggior ragione, in un territorio, come quello italiano, dove la sismicità, vale a dire la forza e la frequenza dei terremoti stessi risulta elevata, e la vulnerabilità sismica è grande. Per il terremoto de L’Aquila, è stata addirittura identificata con precisione la faglia che l’ha causato. Ma gli scienziati civili che hanno l’incarico militare (ovviamente non scritto) di scremare i dati sensibili - perché basta l’analisi di un sismogramma per comprendere l’origine di un sisma - si sono ben guardati dal vuotare il sacco. I tecnici hanno perfino previsto numero di vittime ed entità dei danni nel Sud Italia. Chi controlla i controllori? Disarmante: nessuno. Ecco perché ci tengono tanto a realizzare comunque abusivamente e contro la volontà popolare il MUOS in Sicilia. E' ora di sventare questa catastrofe imminente.
http://cnt.rm.ingv.it/
http://www.guardiacostiera.it/capitanerieonline/ordinanze.cfm?id=2
http://img855.imageshack.us/img855/6164/201galadini.pdf
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