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domenica 3 marzo 2013

Rane che cuociono a fuoco lento


Cultura e Società Politica
Una storiella dice più o meno così:

Se vuoi cuocere una rana, non scaldare l’acqua prima di immergerla nella pentola. Se farai così, infatti, quando la immergerai, la rana sentirà il calore dell’acqua e salterà fuori dalla pentola. No. Per cuocere una rana, devi metterla nella pentola quando l’acqua è ancora fredda. Solo a quel punto, accendi il gas. L’acqua si scalderà lentamente e quando la rana si accorgerà di quello che sta succedendo, sarà troppo tardi.


Siamo rane che cuociono a fuco lento.

E’ così che ci sentiamo, non è vero?

Quanto meno, è così che si sentono molti italiani.

Prigionieri di una situazione che, lenta, ma inesorabile, peggiora ogni giorno che passa.

Qualcuno fugge. Qualcuno è già scappato.

Ma la maggior parte delle rane è ancora lì, nella pentola. Cottura a fuoco lento.

Questa quieta disperazione è quello che non hanno capito i soloni del Pd, la vera ragione della loro sconfitta elettorale.

Il voto M5S non è un voto di protesta.

Quel voto è il voto di chi dice: piuttosto che questa lenta agonia, meglio farla finita subito, succeda quel che succeda.

Delle tre guerre mondiali, quella finanziaria è quella più resistente, quella di cui non si riesce nemmeno a immaginare una soluzione finale (la bomba atomica non servirebbe).

E allora gli italiani cercano di accelerare il declino (altro che fermarlo).

Aumentare il gas. Metterlo al massimo.

Molte rane saranno bollite, altre riusciranno a sopravvivere.

Tutto. Tutto piuttosto che questo.

Perché qui, ormai, non abbiamo più paracadute.

E, quindi, meglio un Maroni (che non ha cercato “piani B” in caso di sconfitta elettorale) di un Ambrosoli, uno che, francamente, di disperato non ha niente. E quindi nessuna identificazione possibile. Non con Ambrosoli, non con il pacioso Bersani.

Se solo quelli del Pd avessero rinunciato per un attimo alla loro superbia e avessero, davvero, parlato con la gente, quella disperazione l’avrebbero vista, sentita, avvertita, perfino loro, perfino loro l’avrebbero capita.

Se solo si fossero presi la briga di guardare Grillo in uno dei suoi comizi con la dovuta attenzione e non con la solita superficialità, avrebbero capito che sì, certo, Grillo è un clown.

E come tutti i clown, sotto la sua maschera cova la rabbia disperata dell’uomo.

Fonte: http://ilcontagio.org/2013/03/03/rane-che-cuociono-a-fuoco-lento-la-disperazione-che-il-pd-non-ha-capito/


2 commenti:

Gianna Bonacorsi ha detto...

Bella la storia della rana, è esattamente ciò che sta accadendo purtroppo, ma non solo da adesso. Il potere sa benissimo come comportarsi: centellina le sue mosse per farle digerire senza fatica, per non provocare reazioni violente. E così, piano piano, senza che ce ne accorgiamo, rimaniamo incatenati ad un sistema che ormai è diventato troppo forte per poter essere combattuto.....e noi siamo "lessati", troppo deboli per combatterlo. Ciao Simone!

Simo Bi ha detto...

Ciao Gianna, effettivamente cercavo qualcosa che esprimesse il mio stato d'animo e questo delle rane è perfetto. Mi sento una rana in pentola! Come uscirne Gianna? Ho letto un articolo di Gianni Tirelli, che ho poi pubblicato nel mio blog, che esprime la sofferenza per questo paese meraviglioso e unico ridotto a pezzi. Ti dico che a volte piango, davvero mi scendono le lacrime. Ieri ho pranzato a casa con degli amici che non vedevo da un pò e una ragazza è di origini greche, ha la sua famiglia che vive ancora lì. Mi ha raccontato cose vergognose e assurde e mi ha confermato la veridicità delle notizie che si trovano in internet. Gianna ci stanno portando allo stesso sfascio!! Mi fanno schifo!! Scusa lo sfogo...ciao Gianna.