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venerdì 25 gennaio 2013

BERTOLASO E IL TERREMOTO AQUILANO


Cronaca Politica Salute e Ambiente
Le intercettazioni di Guido Bertolaso sono state rese note da tempo, ma è bene ravvivare la memoria di tanti smemorati. 

 
...Ci penso io, fammi lavorare.
Ecco un'altra pagina indegna dell'Italia. Le parole di Bertolaso contenute nelle ultime intercettazioni riguardanti la Commissione grandi rischi, quella che dichiarò di stare tranquilli che una scossa devastante non ci sarebbe stata. Questo uno stralcio del testo:

 "Bisogna zittire qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni. Ti mando i luminari del terremoto in Italia. Li faccio venire all'Aquila o da te o in prefettura... Decidete voi, a me non me ne frega niente... In modo che è più un'operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti, diranno: è una situazione normale... sono fenomeni che si verificano... meglio che ci siano cento scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male... e che non è perché siamo spaventati o preoccupati, ma è anche perché vogliamo tranquillizzare la gente. E invece di parlare io e te … facciamo parlare i massimi scienziati nel campo della sismologia".

Tre giorni dopo il terremoto Bertolaso, parlando con Gianni Letta, si preoccupa di come fare a dare più visibilità a Berlusconi durante i funerali delle vittime:

Letta: "Ma così Berlusconi diventa il quinto, il sesto".
Bertolaso:"No, io ti stavo per chiamare, infatti, per dirti che non è affatto detto. Non sono dei funerali di Stato. Sono funerali solenni. Ritengo di poter immaginare che, se facciamo capire al presidente di Camera e Senato che è bene che mantengano gli impegni che hanno, dovrebbero riuscire a farlo, no? Ci penso io, fammi lavorare".

Guido Bertolaso non potrà più eludere le sue responsabilità in tutta la tragedia, prima e dopo il terremoto  Quando, con ancora addosso la polvere di quella notte, gli aquilani hanno cominciato a porle sentendosi rispondere che aveva altro da fare,  doveva gestire l'esodo, realizzare il progetto Case. E poi si trattava di domande provocatorie, diceva, anche se a farle erano concittadini che sotto le macerie avevano lasciato le persone più care e volevano capire un po' di più su quanto era  accaduto prima del terremoto. Le ha sfuggite, vigliaccamente, quando al video forum organizzato dail Centro il 14 agosto 2009, gliele ha poste il giornalista Giustino Parisse (che ha perso due giovani figli) con grande chiarezza e il cuore in mano. Non rispose stizzito o accampando impegni, non poteva farlo. Ma avrebbe parlato, sì, avrebbe detto la sua verità il 31 dicembre 2009, il giorno in cui sarebbe andato via dall'Aquila. Nulla di tutto questo è avvenuto. Non ha risposto all'accorata lettera che due professionisti aquilani che nel terremoto hanno perso le persone più care, gli hanno fatto pervenire sulle pagine deil Centro. Stranamente ciarliero, per un tecnico apparentemente sobrio e misurato (vedi il polemico intervento sul terremoto di Haiti e l'ultimo sul disastro della Concordia, passando per l'attacco alle carriole), non ha mai trovato il tempo di rispondere. Alla lettera del genitore di uno studente morto sotto le macerie non ha saputo fare altro che dare una risposta piena di ambiguità. 

Quel che non voleva dire lo abbiamo sentito tutti, suo malgrado, nelle ultime intercettazioni telefoniche. Sono di una violenza inaudita sia nella parte in cui parla di tutta la vicenda degli scienziati all'Aquila come di una operazione mediatica, sia, e ancor di più quando, di fronte a una città atterrita che piangeva i suoi morti e a duecentocinque bare disposte nel piazzale della Guardia di Finanza, la sua preoccupazione maggiore, e di Gianni Letta, sembra essere stata quella di trovare a Berlusconi un posto in prima fila che lo rendesse ben visibile nella diretta televisiva il giorno dei "funerali solenni". 

Ecco, nulla è mutato: siamo ancora nelle mani di gentaglia simile!

Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/01/bertolaso-e-il-terremoto-aquilano.html

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