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venerdì 15 marzo 2013

Questa è EUROPA!


Grecia
La Grecia ha sacrificato i propri cittadini sull'altare dell'austerity. Dando vita a una sciagura umanitaria intollerabile, che l'Italia ora rischia di replicare.

Questa serie di fotografie scattate tra le strade di Atene rende chiara la condizione sempre più insostenibile di molte persone greche.
Parlare di crisi a proposito di questo Paese è ormai solo un modo per edulcorare la condizione di un popolo che ha già varcato la soglia del baratro: in Grecia si sta consumando una vera e propria tragedia sociale.
Quella ellenica, infatti, non è più una crisi finanziaria, ma una sciagura umanitaria, prodotta dalla sublimazione della logica del rigore e dalla primazia dell’economia di carta sulla vita sociale.

AZIENDE SENZA FUTURO. Le piccole e medie imprese che hanno chiuso nel 2011 sono state più di 60 mila e si prevede lo stesso saldo per il 2012. Soltanto negli ultimi 12 mesi hanno perso il lavoro più di 320 mila persone (su una popolazione di appena 11 milioni di abitanti).
Sul versante dei salari la cura ha determinato riduzioni nell’ordine del 30-40% (oggi lo stipendio medio è circa 500 euro al mese), mentre le pensioni sono state tagliate di oltre il 20%.
Potremmo continuare a lungo su questi dati, ma ci fermiamo qui. Bastano a dire che la crisi umanitaria già in atto potrebbe presto degenerare in catastrofe.

Il 40% della popolazione in povertà, mentre la democrazia crolla

ALLARME DENUTRIZIONE TRA I BAMBINI. Un indicatore speciale per la classificazione di una situazione come ‘crisi umanitaria’ si riferisce poi all’accessibilità alle cure sanitarie di base, alle visite mediche, ai ricoveri ospedalieri e ai farmaci.
Su questo versante la Grecia è regredita di oltre 30 anni, forse anche più. La percentuale di coloro che si rivolgono alle strutture gestite dalle Ong ha raggiunto nei grossi centri la percentuale record del 60%. Nikitas Kanakis, presidente di Médecins du Monde Grecia, ha recentemente dichiarato che, su 40 bambini trattati dal pediatra della struttura di Atene nel corso delle ultime due settimane, 23 presentavano segni evidenti di malnutrizione.



PROVVEDIMENTI CONTRO LA PERSONA. La crisi greca non è solo però solo sociale e umanitaria, ma anche della democrazia. Sull’incostituzionalità dei provvedimenti adottati dal governo di Antonis Samaras si è pronunciato ripetutamente il tribunale superiore (la Corte costituzionale greca), riconoscendo in tali atti una violazione dei principi e dei doveri costituzionali in tema di rispetto e protezione della persona, di equità e di proporzionalità della tassazione, di tutela e valorizzazione del lavoro. La cecità della classe politica al governo, insomma, sta minando la tenuta democratica del Paese. A ciò concorrono sia l’adozione di misure economiche incostituzionali, sia l’uso della violenza, fisica o morale, contro il dissenso e contro i fenomeni di devianza per necessità, da parte del potere costituito.

IL PERICOLO DELLA SPINTA EVERSIVA. A questo si sommano le spinte eversive esterne incarnate dai rigurgiti neofascisti, che stanno inquinando il clima politico e infiltrando settori cruciali dello Stato, come i corpi di polizia. È notizia di questi giorni, infatti, che una cellula di Alba Dorata, denominata “Gruppo K”, opererebbe indisturbata nelle forze di polizia della capitale.

IL FALÒ DELLA DIGNITÀ. Ripiegare sulla vecchia stufa a legna diventa allora una necessità, ma anche la legna costa tanto, soprattutto per chi abita nei centri urbani. Ed è per questo che si è diffusa la tendenza a bruciare di tutto, anche la plastica, con tutte le conseguenze per l’ambiente e la salute che si possono facilmente immaginare. In mezzo a questo disastro c’è chi ancora parla di ‘salvataggio’ della Grecia. Curiosa asimmetria: in cambio di poco più di 200 miliardi di euro, l’Europa e il Fondo monetario internazionale hanno chiesto al popolo greco sacrifici immani.

GLI AIUTI SOLO IN UNA DIREZIONE. Nello stesso periodo la Banca centrale europea ha elargito alle banche ben 1.000 miliardi di euro, a un tasso d’interesse inferiore all’1%. Facile conclusione: in questa Europa l’austerità è un concetto che vale soltanto per i cittadini, non per banchieri, lobby finanziarie e speculatori.
Parlare della Grecia, d’altra parte, è forse un modo per esorcizzare i problemi di casa nostra, per spostare in territorio straniero, lontano da noi, l’immagine di un Paese in forte difficoltà.
In Italia la situazione è migliore. Ma per quanto tempo ancora?


Foto: http://www.giornalettismo.com/archives/829087/essere-un-barbone-ad-atene/
Fonte: http://www.lettera43.it
Link: http://www.lettera43.it/economia/macro/atene-un-salvataggio-finito-in-tragedia_4367586218.htm


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