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martedì 5 febbraio 2013

TERREMOTO 2009: LO STATO ITALIANO SAPEVA IN ANTICIPO


Politica Salute e Ambiente
Tante stranezze apparentemente inspiegabili. A L’Aquila e dintorni, il 6 aprile 2009 ci furono 2 scosse una intorno all’una di notte e l’altra alle 3.32, quella fatale con ipocentro inconfondibilmente superficiale, che annientò 309 esseri umani, compresi bambini e ragazzini.

 
Se per la scienza ufficiale i terremoti quantomeno naturali sono imprevedibili, allora per quale ragione la sede di questa Prefettura è stata anzitempo sgomberata per ordini superiori?
Nel palazzo locale del Governo non ci furono vittime e tutti ricordano che crollò miseramente. Il 7 aprile di 4 anni fa, dopo aver trascorso tutto il giorno precedente e la notte al nuovo ospedale aquilano, in parte crollato, ed aver scritto sotto la pioggia il primo reportage per il quotidiano La Stampa, attraversai la città dilaniata dal terremoto e fotografai anche il palazzo prefettizio disintegrato, circondato inspiegabilmente da polizia e carabinieri, uno schieramento spropositato in tenuta antisommossa a guardia delle macerie.

 

La Prefettura di L'Aquila avrebbe dovuto lavorare alacremente anche e soprattutto durante la notte, prima del terremoto, come era sempre stato prima della strage annunciata, in qualità di posto logistico e di comando dell'unità di crisi della Protezione Civile, viste le scosse che si susseguivano da mesi.  Invece fu sgomberata anzitempo.

Sarebbe opportuno oltre che moralmente doveroso, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il primo ministro uscente Mario Monti nonché quello precedente Silvio Berlusconi (tessera P2 numero 1816), spiegassero alla magistratura territorialmente competente e contestualmente al popolo italiano, alcune incongruenze. Ad esempio, esattamente quando fu evacuata  la sede della prefettura? E perché alla chetichella?  Per ordine di chi e con quali motivazioni? Per fare chiarezza, bisogna partire da questo fatto inequivocabile. Semplicemente perché chi ha ordinato lo sgombero e l'allontanamento di tutti i funzionari dello Stato, sapeva cosa sarebbe tragicamente accaduto di lì a poco. Esperti istituzionali (Commissione Grandi Rischi), non dimentichiamolo, dichiararono pubblicamente una manciata di giorni prima, che non c'era pericolo, invitando la popolazione locale a restare nelle proprie case.

Se per la scienza ufficiale i terremoti quantomeno naturali sono imprevedibili, allora per quale ragione la sede di questa Prefettura è stata anzitempo sgomberata per ordini superiori? Inoltre, perché il Governo Berlusconi inviò come nuovo prefetto proprio Franco Gabrielli, ex capo del Sisde, poi Aisi? Ossia un personaggio, all'epoca, senza alcuna competenza in materia di sismologia e protezione civile. Ed ancora: perché quel territorio aquilano è stato militarizzato e reso impenetrabile ai giornalisti curiosi (rari in realtà)?

Un dettaglio: a quanto pare la Croce Rossa di Trento fu avvistata a San Benedetto del Tronto già a mezzanotte e mezza. E questo è solo quel che ricordo, prove alla mano.  

Le menzogne di Stato, a volte, sono il miglior modo per scoprire la verità. Allora, l'esperto tecnico numero 1 del governo Berlusconi aveva previsto e preventivato migliaia di morti nell'aquilano.

Ecco una prova che inchioda i criminali di Stato: una lettera ufficiale, vale a dire un fax datato 2 aprile 2009, trasmesso il 3 aprile 2009, alle ore 12 e 18 minuti, in cui il vice prefetto aggiunto Gianluca Braga, dirigente dell'area 5 della Prefettura e responsabile per questo della Protezione civile, Difesa civile e coordinamento del soccorso pubblico, allertava tutti i referenti di funzione degli enti preposti alla Protezione Civile e al dirigente della Stessa della Provincia dell'Aquila (al tempo il dirigente Franco Fucetola del settore Ambiente). Parole che non lasciano scampo a fraintendimenti:
  
«… Si richiama altresì l’attenzione sulla necessità di tener sempre su supporto informatico copia del materiale caricato, nell’eventualità di contingenze legate a gravi eventi calamitosi, in particolare sismici non consentano il raggiungimento e/o l'utilizzo della Sala Operativa presso la Prefettura, con il conseguente trasferimento, preventivamente segnalato, in altra idonea struttura».


In Prefettura si preparavano al peggio ben quattro giorni prima della scossa devastante del 6 aprile. Il Palazzo della Prefettura è una di quelle costruzioni che "non dovevano cadere", uno di quelli che doveva essere la base d'appoggio per il coordinamento dei soccorsi. Ma la Prefettura crollò interamente e lo fece in modo rovinoso. Qualcuno, ai piani alti dei palazzi di potere sapeva cosa sarebbe accaduto. In prefettura esiste un Centro di Coordinamento Soccorsi che non è un luogo fisico, ma solo l'insieme delle più alte cariche di Polizia e Protezione Civile a livello regionale e locale; in seconda battuta c'è la "Sala Operativa Congiunta" che è, invece, un luogo fisico con attrezzature, terminali e personale che gestisce materialmente l'emergenza coordinando i soccorsi. 
In quei giorni, però, non c'era un Prefetto, ma era in servizio il suo vicario. Il Prefetto Aurelio Cozzani aveva finito il mandato (il 31 marzo 2009) ed il successore ancora non si era insediato. Il nuovo Prefetto sarebbe stato quel Franco Gabrielli (già al vertice dei servizi segreti civili) adesso a capo della Protezione Civile, chiamato con tempismo inaudito da Berlusconi, prontamente la mattina del 6 aprile 2009.L'individuo giusto al posto giusto, il soggetto perfetto per gestire, assieme a Bertolaso, l'affare "emergenza". 

Singolare coincidenza: in quei giorni in Abruzzo era in atto un programma militare segreto di geo-ingegneria ambientale o meglio di guerra ecologica. L’ex ministro della Difesa Ignazio La Russane era al corrente?

Calamità naturali? Macchè! Piuttosto sciagure politiche e disastri militari preordinati. Ci sono gravissime responsabilità giudiziarie ai vertici dello Stato, non ancora emerse. Due domande semplici al segretario generale della Nato, investito di tale carica il 4 aprile 2009. Insomma, un politicante danese che detta legge in Italia. Mister Anders Fogh Rasmussen, l'esperimento è riuscito? Ora cosa c'è in programma per lo Stivale?
una prova:  

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