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mercoledì 29 giugno 2011

Obsolescenza pianificata - Il motore segreto della nostra società di consumo


Consumismo
Molti dei prodotti che utilizziamo quotidianamente hanno una durata molto breve. Vi siete mai chiesti il motivo? Dietro questa scadenza pianificata si nascondono delle logiche di mercato appositamente create dai geni del marketing e dell'informazione.
L’obsolescenza programmata è linfa vitale per il mercato e nota dolente per i consumatori.
Elettrodomestici, automobili, utensili, apparecchi tecnologici: tutto ciò che si compra ha una data di scadenza (non sovraimpressa come avviene per i generi alimentari, ma implicita: secondo alcuni coinciderebbe addirittura con la fine del periodo coperto dalla garanzia).
È solo questione di tempo: prima o poi l’oggetto si guasterà irreparabilmente e andrà sostituito con uno nuovo. Altrimenti il mercato morirebbe. Oppure l’apparecchio può non rompersi, ma risultare comunque obsoleto, vecchio, superato. Un pc o un telefono cellulare di dieci anni fa, seppur funzionante, è considerato “preistorico” e il proprietario si sente fortemente spinto a sostituirli con nuovi modelli. L’obsolescenza programmata permette, quindi, di commericalizzare solo ciò che è stato progettato per smettere di funzionare o cadere in disuso. Eventuali riparazioni di un oggetto guasto risultano, la maggior parte delle volte, talmente costose da dissuadere il cliente, che finisce per acquistare un sostituto nuovo di zecca. Tutto ciò va a produrre una quantità disarmante di rifiuti: ogni anno si accumulano tonnellate di frigoriferi, automobili, televisori, etc. etc. da smaltire. Non è raro che una giovane coppia si trovi a dover sostituire una lavatrice in una manciata di anni, mentre i nonni di questa giovane coppia hanno ancora in casa un frigorifero perfettamente funzionante, comprato alcuni decenni orsono.
Poca Cola riporta l’esempio delle lampadine alogene, le lampade a incandescenza che erano praticamente perfette e programmate per essere eterne, quindi non funzionali al mercato. Allora, dopo qualche ricerca “scientifica” si è riusciti a ottenere quanto il mercato richiede: anche le alogene dopo un po’ si fulminano, si bruciano e vanno sostituite.









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