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mercoledì 20 marzo 2013

Cipro: Europa e Russia, tutti in corsa per il gas fantasma


Ma a quanto ammonterebbe questo gas offshore così appetibile da rischiare uscite dall'euro e guerre mondiali? E' solo un altro "giacimento dei sogni"?

Affermava l'arcivescovo cipriota Chrysostomos, che è un tipo che non le manda certo a dire, appena un mese fa: "Quelli che prestano denaro a Cipro, ossia l'Unione Europea e il Fondo Monetario, cercano di mettere le mani sui depositi di gas naturale che sono stati recentemente scoperti a sud di Cipro nel Mediterraneo. Ma non li otterranno".


Si parla (poco) in questi giorni dell'alternativa russa per Cipro, e si ipotizza che la Gazprom in cambio di un salvataggio in extremis chieda accesso ai giacimenti. Eppure come abbiamo visto, appena un mese fa a Cipro si accusava l'Europa delle stesse intenzioni. La voce su Gazprom, che avrebbe offerto il bailout alle banche cipriote in cambio dei diritti di prospezione, circolava un paio di giorni fa e pare sia stata respinta dal Presidente di Cipro. Ma si sa, in due giorni ne cambiano di cose. Oggi il Parlamento dell'isola ha respinto anche l'idea della decima sui conti correnti, e la patata bollente è di nuovo in mano europea (leggi: tedesca). Intanto, sempre per rimanere sui pettegolezzi, si vocifera anche di fregate russe che girano minacciose intorno a Cipro, ma non linko neppure.



Ma a quanto ammonterebbero questi giacimenti offshore così appetibili da rischiare uscite dall'euro e guerre mondiali? Secondo i ciprioti, che come tutti hanno l'interesse a lustrare i dati, si tratterebbe di 200 miliardi di metri cubi e addirittura del 40% del fabbisogno europeo. Ma naturalmente, quando si tratta di "giacimenti dei sogni" è meglio tenere gli occhi aperti, l'abbiamo più volte ricordato. Anzitutto, si tratta di riserve "non provate", e sulle ipotesi si possono fare i numeri che si desiderano; poi, come ricorda il Guardian e come già regolarmente verificatosi un po' ovunque (dal Brasile al Kazakhistan alla Siberia), tra il dire e il fare ci sono spesso di mezzo chilometri di acqua, roccia, sale e talvolta ghiaccio. Insomma, per portare un giacimento di gas offshore a produrre qualcosa ci possono volere anche dieci anni. Per tacere delle dispute con Turchia ed Egitto proprio riguardo alla territorialità dei giacimenti, dispute che potrebbero allungare il brodo all'infinito.

La sensazione è che col gas fantasma si stia portando in giro un sacco di gente. Dai cittadini a cui si promettono bond di un'attività estrattiva ancora neanche sulla carta, all'Europa e cui si sbandiera un'indipendenza economica che concretamente non c'è, ai russi che potrebbero intervenire lancia in resta e poi ritrovarsi impelagati in un'altra Shtokman.

Fonte: http://petrolio.blogosfere.it
Link: http://petrolio.blogosfere.it/2013/03/cipro-europa-e-russia-tutti-in-corsa-per-il-gas-fantasma.html


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