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sabato 9 febbraio 2013

Freddo e maltempo in Sardegna: tre waterspout (trombe marine) al largo della costa di Porto Cervo, foto mozzafiato


Salute e Ambiente
Le correnti gelide di origine polare che stanno scorrendo sull’Italia, stanno apportando un sensibile calo delle temperature, neve a basse quote e fenomeni a tratti anche violenti, come quelli che stanno interessando negli ultimi giorni la Sardegna settentrionale.

Trombe marine
Credit: Veronika Simbula
Pioggia, forte vento e neve anche a bassa quota: l’ondata di gelo investe anche la Sardegna dove questa mattina, a Gavoi, nel Nuorese, si e’ registrata la temperatura record di -6.7°C, secondo i dati rilevati dalle stazioni meteo dell’Arpas. Il maltempo sta mettendo in ginocchio in particolare il nord Sardegna: pioggia battente a Olbia, neve a Tempio Pausania. A causa della neve, a Tempio Pausania, sulla Statale 127 che porta a Olbia, vi sono stati diversi piccoli incidenti stradali, con auto senza catene bloccate dal ghiaccio. Mentre il traffico sulla Statale 133 sta subendo rallentamenti al km 3,600 all’altezza del bivio per Aggius, in direzione Palau. Imbiancato anche il Marganai, il complesso montuoso nel Sulcis Iglesiente. Sotto zero tutto il Nuorese, con temperature minime di -1 a Nuoro, 3 ad Alghero e 4 a Cagliari. Alle 13 dinanzi alla costa di Porto Cervo, dove si sono originate ben tre trombe marine contemporaneamente prontamente riprese da Veronika Simbula e pubblicate a questa pagina Facebook.


Il vortice ha toccato terra in localita’ Cala Romantica, ha danneggiato alcuni alberi, senza pero’ creare grossi danni. Le trombe marine (Waterspout) si osservano durante il passaggio delle intense “Squall line pre-frontali”, ma in sostanza qualunque moto ascendente che sia rapido e che abbia diverse velocità ai vari livelli troposferici è potenzialmente carico di moti vorticosi, che possono poi rappresentare un buon potenziale per produrre delle possibili trombe d’aria. La stragrande maggioranza dei fenomeni vorticosi che si vedono in Italia sono originati da “Shelf Cloud” molto attive e ben formate. In questi casi il moto rotatorio che forma la tromba d’aria viene innescato dal “Downdraft”associato alla precipitazione.

Trombe marine
Credit: Veronika Simbula
In genere se il “Downdraft” annesso non ha intensità omogenea lungo tutta la “Shelf Cloud” essa può subire una inclinazione o addirittura una frattura per la diversa spinta da esso generato. L’inclinazione della “Shelf Cloud” può essere cosi spinta che una parte di essa può arrivare a toccare il suolo formando una tromba d’aria. L’evoluzione del fenomeno è cosi rapida che sovente si osserva la tromba d’aria già formata e sviluppata. In altre occasioni, ben più rare, le trombe d’aria o i “Waterspout” che si generano in seguito a forti turbolenze proprie della “Shelf Cloud” che riescono a sfondare e a raggiungere il suolo. Il moto rotatorio necessario per la formazione della tromba d’aria viene quasi generato dalla linea di demarcazione esistente tra la corrente ascensionale e quella discendente che non sempre origina “Shelf Cloud”. La linea di demarcazione insiste fino a quando la Cella convettiva è attiva da avere contemporaneamente forti moti ascensionali e discendenti. Di solito i “Waterspout”, come quello visto in laguna, si originano durante la fase di sviluppo e maturità delle singole Celle e delle Celle più giovani inserite in un più ampio sistema Multicellulare, quando le corrente ascendenti prevalgono sui moti discendenti. Questi piccoli tornado seguono l’evoluzione di un normale temporale o di semplici Cellule temporalesche. Rispetto ai veri Twister nord-americani sono poco duraturi, spesso di scarsa intensità e si spostano lentamente, per esaurirsi nel giro di 15-20 minuti seguendo il corso del temporale. Nonostante ciò questi vortici sono in grado di provocare danni significativi o persino uccidere persone, per cui anche in assenza di “Wall Cloud” non è escluso che si possano formare questi vortici cosi grossi, ma pur sempre di dimensione ridotta rispetto ai comuni “tornadoes” statunitensi. Bisogna anche tenere presente che a differenza dei tornado normali questi non hanno alcun tipo di riscontro visivo (“Wall cloud“) e al radar (presenza del Mesociclone, con il classico uncino).

Credit: Veronika Simbula

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