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mercoledì 27 marzo 2013

VE LO STANNO DICENDO IN TUTTI I MODI


Economia Finanza
Il capitolo del salvataggio di Cipro si è concluso (per il momento) con un haircut del 40% sui conti correnti di Bank of Cyprus superiori ai 100 mila euro, e con un taglio ancor più feroce su quelli di Laiki Bank (si parla già dell’80%) da quantificare in relazioni alle necessità che emergeranno durante la fase di liquidazione che potrebbe durare anni. Ovviamente, in tutto questo periodo temporale, i conti saranno congelati. L’altro ieri, il presidente dell’Eurogruppo, commentando il “salvataggio” cipriota, ha affermato che quello adottato a Cipro potrebbe essere un modello esportabile anche in altri casi di salvataggi bancari in giro per l’eurozona. La banca spagnola Bankia, chiaramente, ha salutato le affermazioni di Jeroen Dijsselbloem arrivando a perdere in borsa oltre il 50%, trascinando al ribasso pressoché tutte le piazze europee proprio sui timori dell’applicazione su vasta scala del modello di salvataggio cipriota. Alle affermazioni di Jeroen Dijsselbloem hanno fatto seguito una tempesta di smentite da parte di tutti i vertici tecnocrati europei, impegnati a tranquillizzare i mercati dal panico suscitato dalle parole espresse del presidente dell’Eurogruppo. Anche perché, queste cose, riescono bene se fatte di nascosto. Ovvio, no?


Secondo quanto riportato dalla Reuters, esisterebbe un bozza di legge europea secondo la quale i titolari di conti bancari superiori ai centomila euro potrebbero essere coinvolti in future liquidazioni bancarie, mentre i correntisti sotto i centomila euro -sempre secondo l’agenzia- continuerebbero ad essere protetti. Ma sappiamo benissimo, che spesso, occorre fare di necessità virtù comunque.
La settimana scorsa, il capo economista di Commerzbank, Jörg Krämer, ha paventato l’applicazione di un’imposta patrimoniale del 15% sulle attività finanziarie in possesso ai risparmiatori italiani (titoli di stato, obbligazioni conti correnti ecc ecc), in modo da ridurre il debito pubblico entro il 100% in ragione del Pil, e abbattere considerevolmente anche gli oneri al servizio del debito. Ipotesi praticabile? Certamente si, anche se con grandi difficoltà, comunque sormontabili. Peccato che Jörg Krämer trascuri il fatto che questi patrimoni sono già stati tassati, con tasse tra le più alte al mondo.
Il prossimo settembre, in Germania saranno celebrate le elezioni politiche. L’opinione pubblica tedesca è da sempre contraria a finanziare gli “sperperi delle cicale mediterranee”. Dare in pasto all’elettorato tedesco che la musica è cambiata e che, d’ora in avanti, ai salvataggi che si renderanno necessari dovranno contribuire anche i cittadini di quelle nazioni bisognose con i propri patrimoni, è la miglior campagna elettorale possibile per conquistare la cancelleria tedesca.
La Spagna, la settimana scorsa, ha cambiato una norma costituzionale che consente una tassa sui depositi delle banche. Una norma prima proibita per legge, che potrebbe, in caso di bisogno, aprire la strada a un prelievo forzoso una tantum dai conti bancari, nella forma di una tassazione dei risparmi. Il tutto per salvare le banche, ovviamente.
Nel contesto italiano, c’è da rilevare che siamo avanti a tutti e noi non abbiamo bisogno di una riforma costituzionale per l’applicazione di una imposta patrimoniale sui risparmi. Già 21 anni fa, con il governo Amato, abbiamo insegnato a tutto il mondo come si eseguono le rapine miliardarie su vasta scala, senza alcun spargimento di sangue.
Sempre in Italia, qualche giorno fa, è circolata la notizia di un imminente taglio del rating da parte dell’agenzia Moody’s. Se questa ipotesi, nei prossimi giorni o settimane, dovesse essere confermata, l’Italia rischierebbe di essere collocata a livello spazzatura, o giù di lì, con enormi ripercussioni sul debito pubblico che, a qual punto, uscirebbe dai portafogli dei fondi di investimento poiché ritenuto “not investment grade”.
Non a caso, proprio ieri, Blackrock, tra i big mondiali nella gestione del risparmio, ha fatto sapere che ha già ridotto l’esposizione dei propri portafogli sui titoli italiani e spagnoli, e si è detta pronta ad un ulteriore taglio se la situazione in eurozona dovesse deteriorarsi ulteriormente.
Sempre in Italia, parte del mondo politico non nasconde affatto l’idea di voler applicare un’imposta patrimoniale sui grandi (?) patrimoni. Semmai non dovesse convincervi quanto sopra enunciato, tenente ben in mente che l’Italia sta percorrendo a grande velocità il precipizio economico, sociale e politico più pericoloso e devastante dalla seconda guerra mondiale.
Non possiamo dire che non siamo stati avvisati.

LETTURE SUGGERITE:
ORA LO CAPITE PECHE BERSANI VUOLE ABOLIRE IL CONTANTE?
ARRIVERANNO ALL’ESPROPRIO DI MASSA
ECCO PERCHE’ LE BANCHE VOGLIO IL NOSTRO CONTANTE
L’IMPOSTA PATRIMONIALE: SE LA CONOSCI LA EVITI
BERSANI E LA SUA LOTTA AL CONTANTE: UNA PURA FOLLIA

Fonte: Vincitori e Vinti
Link: http://www.oltrelacoltre.com/?p=16020


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