

Anche in assenza del riscaldamento globale, questa cultura ucciderebbe ancora il pianeta, facendo fuori branchi di balene e stormi di uccelli, facendo saltare le cime delle montagne per accedere agli strati di carbone e bauxite, eliminando interi ecosistemi. Tutta questa violenza inflitta ad un intero pianeta per far funzionare un’economia basata sulla nozione folle ed immorale che possiamo sostenere le società industriali, il tutto mentre buttiamo la vita e gli ecosistemi del pianeta basati sulla terra. E la fantastica retorica che promulgano coloro che insistono sull’adattamento a questi cambiamenti – che la tecnologia troverà una soluzione, che ci possiamo adattare, che il pianeta può e si conformerà alle soluzioni nel mercato – è pericolosa.

Le nozioni di razza o genere: possono essere oggetto di discussione. Ma, ovviamente, razza e genere contano. Non sono una cosa reale, ma tutto ciò ha effetti sul mondo reale: gli afroamericani costituiscono il 58% della popolazione carceraria, e un terzo di tutti gli uomini di colore fra i 20 e i 29 anni sono sotto qualche forma di sorveglianza da parte della giustizia. C’era quel serial killer che uccideva le donne a Santa Cruz. Delle voci nella sua testa gli dicevano che, se non uccideva quelle donne, la California sarebbe scivolata nell’Oceano. E’ evidente che questo tizio fosse delirante, un pazzo totale e malato in testa, ma le sue illusioni hanno comunque avuto effetti nel mondo reale. Anche Hitler aveva il delirio che gli ebrei stessero avvelenando la razza. Quel delirio ha avuto effetti nel mondo reale. Nel mondo reale non ci può essere una scissione fra cultura e natura. Non si può vivere in un pianeta ed ucciderlo allo stesso tempo.

Questo è un prezzo accettabile che dobbiamo pagare, così ci viene detto. Negli Stati Uniti vengono perdute più vite settimanalmente a causa di cancri evitabili ed altre malattie di quante se ne perdano in 10 anni di attacchi terroristici. E le multinazionali per le quali questa cultura combatte dall’altra parte dell’oceano, sono le stesse organizzazioni imputabili di queste morti interne settimanali. Un’economia di crescita infinita non è solo folle e impossibile. E’ anche ingiuriosa, basata sulla stessa presunzione di forme di abuso più personali. Di fatto è la consacrazione macroeconomica del comportamento di abuso. Il principio guida del comportamento di abuso è che chi abusa rifiuta di rispettare o di conformarsi a limiti o confini posti dalle vittime. Le economie della crescita sono essenzialmente incontrollate e spingeranno oltre ogni confine posto da nessun altro che non siano i perpetratori.

Dare per scontato il capitalismo industriale quando si tratta di soluzioni al riscaldamento globale è assolutamente assurdo e folle. Non è in contatto con la realtà fisica. Inoltre ha effetti disastrosi sulla realtà fisica. Se spingi un pianeta a conformarsi ad una ideologia si ottiene quello che si ottiene. In realtà la Terra non è e non potrà mai essere un’ideologia: la Terra è fisica, è reale. Ed è fondamentale. Senza suolo non c’è terreno sano, e senza terreno sano non mangi, muori. Senza acqua potabile e pulita, muori. Uno dei problemi della nostra cultura è la mancanza di capacità di separare l’ideologia dai bisogni del mondo naturale. E così, se le soluzioni al riscaldamento globale non affrontano immediatamente i bisogni fondamentali del pianeta, be’, siamo fottuti. Negli anni ‘40, in Germania, i “camion a gas” di Arthur Nebe erano ampiamente in uso. Coloro che li guidavano non hanno mai pensato a se stessi come a degli assassini, solo come a persone qualsiasi, pagate per guidare un camion, per fare un lavoro. Oggi, chi lavora per Boeing, Ratheon, Weyerhaeuser, Exxon Mobil, Bp, il Pentagono, si vedrà sempre come impiegato, non assassino. Vedrà sempre se stesso come qualcuno che fa un lavoro che dev’essere fatto.

Oggi, 200 specie si sono estinte, un’altra comunità indigena scomparirà da questo pianeta per sempre, un’intera foresta sarà abbattuta e milioni di vite umane saranno costrette a sopportare le agonie di carestia, guerra, malattia, sete, perdita della loro terra, della loro comunità, del loro stile di vita. Le persone che si sono fatte avanti per dire che ciò che questa cultura sta facendo al pianeta è sbagliato, non sono abbastanza. Bene, eccoci gente: ciò che questa cultura sta facendo a noi stessi, quello che sta facendo al pianeta, è sbagliato. Dannatamente sbagliato. E prima sostituiremo questa economia, prima potremo dissolvere queste illusioni tossiche e le loro narrazioni formative. Solo allora potremo cominciare a vivere le vite libere che siamo nati per vivere, e vincere la battaglia.
Fonte: http://www.libreidee.org/2013/02/uccidiamo-tutto-per-farne-pil-questa-economia-e-delirio/
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