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venerdì 8 febbraio 2013

#latuapaura


Cultura e Società
A te che pensavi fosse sufficiente indignarsi di fronte al cruciverba truccato della Bonaccorti per definirsi onesto, a te che ti sei creduto ricco e furbo, quando il tuo banchiere di fiducia ti ha offerto un incredibile fondo di investimento, che hai sottoscritto pensando al Cayenne che ti avrebbe permesso di comprare, senza avere neanche dove parcheggiarlo. 

  di
Coraggio
Vi sfido ad affossare questo sistema che, ficcatevelo bene in testa, non cambierà mai grazie o nonostante il vostro voto. Inutile, comunque vada.
Io non ho paura, perché la paura è legata a un qualcosa di inaspettato che non si vorrebbe veder accadere ma contro cui non si ha la forza di lottare, è un sentimento che attanaglia il codardo immobilizzandolo in mezzo alle rotaie ad aspettare il treno che lo travolgerà piuttosto che tentare un balzo verso un luogo sconosciuto, forse salvifico, forse no.

Io non ho paura, perché vedo già i fanali del treno che ci verrà contro, sento già il vuoto del baratro sotto i nostri piedi, conosco già la lenta agonia che ci attende camuffata sotto un rassicurante loden, sento già il gocciolio delle nostre esistenze di piccoli uomini che credevano che la libertà, una volta conquistata, non si potesse più perdere.


Io non ho paura e per questo vi sfido. Vi sfido a riflettere sulle possibilità che vi vengono concesse di incidere realmente sul presente e sul futuro vostro e dei vostri figli. Vi sfido a dichiararvi “donne e uomini liberi” in un paese che vi permette solo di scegliere quale trasmissione guardare questa sera, così da scegliere di conseguenza e  (IN)consapevolmente chi votare domani. Vi sfido a chiamarvi “cittadini sovrani” quando il vostro diritto di cittadinanza vi permette di delegare una volta ogni qualche anno uno dei soliti 900 parlamentari in un sistema democratico che riflette più le curve contrapposte di uno stadio che l’agorà dell’antica Grecia. Vi sfido a sentirvi onorati da questi oltre 60 anni di pace continentale, mentre la benzina che a caro prezzo infilate nella vostra macchina è stata raffinata versando il sangue di due continenti e mezzo. Vi sfido a chiamarvi civilizzati, perché sapete leggere e scrivere ma non sapere che farvene delle conoscenze che avete acquisito.

Vi sfido ad affossare questo sistema che, ficcatevelo bene in testa, non cambierà mai grazie o nonostante il vostro voto. Inutile, comunque vada.

E mi riferisco soprattutto a te, vecchio italiano vetero comunista , post fascista, neo liberista e cristianosarcazzocosa. A te che pensavi fosse sufficiente indignarsi di fronte al cruciverba truccato della Bonaccorti per definirsi onesto, a te che ti sei creduto ricco e furbo, quando il tuo banchiere di fiducia ti ha offerto un incredibile fondo di investimento, che hai sottoscritto pensando al Cayenne che ti avrebbe permesso di comprare, senza avere neanche dove parcheggiarlo; a te che ti sei sentito protagonista di un modello politico e sociale talmente avanzato che valeva la pena di esportarlo, infiocchettandolo su bombe sganciate nel deserto, a te che non ti capaciti di quei barconi che portano disperati fino alle coste del tuo paese, senza ricordarti che tuo nonno aveva fatto un viaggio simile e senza pensare che a tuo figlio, per colpa tua, potrebbe toccare la stessa sorte.

Sei tu che hai paura. Hai paura che il mondo possa cambiare, anche se in meglio. Hai paura di scoprire, anche se in fondo già lo sai, che non hai vissuto nel migliore dei mondi possibili, ma in un’oasi di benessere artatamente costruita con il sangue di milioni di persone escluse dal “tuo salotto buono”, sul futuro scippato a generazioni che hai preventivamente svuotato di sogni ed ideali, perché sapevi bene che queste ti si sarebbero potute ritorcere contro.

Ma non temere, non aver paura di noi. Noi non ce l’abbiamo con te. Non ti vogliamo male.

Ti chiediamo solo, ora e subito, di farti da parte, tu e i tuoi patrimoni. Staremo attenti a non urtarti, a non disturbarti, non ti vogliamo sottrarre nulla.Ti chiediamo solo di prendere le tue paure, metterle in un fagotto e lasciarci fare. Vedrai che nonostante tutta la nostra inesperienza e incapacità, riusciremo comunque a costruire una società migliore, più giusta ed equa, aperta e trasparente, responsabile e solidale, di quella che tu vorresti lasciarci.

E ti dirò di più. Ci sarà un posticino anche per te, basta che butti via le tue paure.

Fonte: http://ilcontagio.wordpress.com/2013/02/07/latuapaura/

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